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Volevo proporvi una riflessione, o una domanda.
In questi giorni tutto sembra sospeso, la corsa frenetica quotidiana trova una sosta, forzata, certo, ma quantomai necessaria. Di fronte a un avvenimento che possiamo ritenere terribile, fino a che punto ha senso intervenire? Sono settimane ormai che la pandemia si sta diffondendo nel nostro Paese, il carico dal punto di vista umano e sanitario si fa sempre più gravoso, le persone muoiono e si è ritenuta necessaria una manovra drastica come la quarantena, con innegabili ripercussioni sul piano psicologico ed economico. E’ una cosa terribile, qualcosa a cui saremmo tentati di porre rimedio, a livello magico. E sono sicuro che molti di voi avranno fatto qualcosa in merito, e sarebbe interessante sapere cosa, se vi va di condividere. Io sinceramente non mi sono sentito “all’altezza”. Non sono più attivo come anni fa, ma è da quando ho fatto il mio timido ingresso in questo Tempio che la magia è parte integrante della mia vita. E’ divenuta forse una compagna più silenziosa, un filtro sulla realtà ormai consolidato e che mi dimentico di avere addosso, alle volte. Ma c’è, è innegabile: nei miei modi di pensare, nei piccoli rituali quotidiani, nella ricerca senza sosta di simboli e vibrazioni archetipe. E tra i più grandi insegnamenti, soprattutto in ambito stregonesco, c’è quello dell’armonia, dell’equilibrio del tutto. Del principio Maschile che non esiste senza il Femminile, della genesi del tutto ad opera di Diana e Lucifero. Anche la Ruota dell’Anno ci ricorda senza sosta che ad ogni inverno, per quanto rigido, seguirà una primavera. Siamo di fronte a una crisi, è innegabile. Eppure il sole splende, gli animali si risvegliano, Eos, il Giorno della Signora, è imminente e l’aria profuma già dei fuochi di Beltane. Di fronte a tutto questo, come agire? Come distinguere “bene” e “male”? Ciò che per noi sembra una tragedia, può essere necessario a questo Equilibrio. In un periodo storico in cui l’inquinamento minacciava di distruggere la nostra Casa, il traffico è stato ridotto, e si acquistano solo i beni necessari evitando gli sprechi; giorni frenetici, tutti uguali, impersonali, vissuti come criceti che corrono su una ruota, sono stati interrotti da una pausa forzata, nella quale si sta riscoprendo il valore dell’ozio e della noia, della comunione con se stessi; dalla compagnia di tutti, senza mai essere veramente in sintonia con nessuno, si è passati alla “reclusione” con famigliari che ormai non guardavamo nemmeno più in faccia e non ascoltavamo, dandoli per scontati, riscoprendo i sapori diversi di un pranzo consumato in famiglia e di una chiacchierata sincera, a cuore aperto. Mi è capitato di leggere un brano, anni fa. Non ricordo dove, lo riporto a memoria e spero mi si perdonino eventuali errori e interpretazioni sbagliate: Per chi è all’oscuro del Cammino, il mare è il mare. Per chi intraprende il Cammino, il mare non è il mare. Per chi conclude il Cammino, il mare è il mare. Serve fare un passo indietro dalle nostre convinzioni personali per avere il quadro completo, per tornare a vedere il mare come il mare. Il guaio è che il Cammino non è mai veramente concluso, e l’errore di interpretazione è dietro l’angolo. Quando agire in sintonia con le leggi naturali e quando invece lasciare, semplicemente, che la Ruota faccia il suo corso, come un organismo che guarisce dalle proprie ferite e cresce, sviluppando una memoria immunologica, senza un intervento esterno? Onestamente, non ne ho idea. Per questo aspetto i vostri pareri, e faccio un passo indietro, osservando ammirato. |