Lexici Scriptor |
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| Secondo me, ci sono (perlomeno) due soluzioni. La prima è considerare l'astrologia un sistema/paradigma già completo, che con i suoi limiti spiega (o tenta di spiegare) alcuni fenomeni/corrispondenze. Nuove osservazioni o scoperte non inficiano l'astrologia. Credo sia più o meno la posizione di LordA, e secondo me è comunque una soluzione valida. Per esporre la seconda, mi permetto di tradurre Ramsey Dukes nel suo SSOTBME: CITAZIONE In un qualsiasi gruppo di astrologi, si può ascoltare una vivace discussione riguardo osservazioni personali su come alcune caratteristiche "vadano" in certe posizioni planetarie. Senza dubbio, questo risponde alla domanda "cosa fanno gli astrologi quando si scopre un nuovo pianeta?" Cercano eventi significativi quando il pianeta è in posizioni chiave, e guardano a vecchi oroscopi per vedere se il nuovo pianeta aggiunge un qualche significato al vecchio modello. ...e poi continua con un accenno sulla precessione degli equinozi Sostanzialmente la soluzione di Dukes è questa: pur partendo da osservazioni naturali, proprie della Scienza, l'astrologia segue i metodi della Magia e non della Scienza (uso le maiuscole perché mi riferisco alle sue definizioni).
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