| Ciao.
Questa è la mia prima discussione e riguarda un sogno che feci circa due anni e mezzo fa, ma lo ricordo ancora benissimo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Nel sogno, anzi incubo, mi trovavo davanti alla discoteca di un paese dopo il mio (questo locale sta situato davanti ad un distributore e vicino ad un fiume collegato da tipo un boschetto di alberi). Ero in compagnia di ragazze e ragazzi inerenti al mio paese, i quali come me erano andati in quel posto per festeggiare, difatti fuori nel parcheggio alcuni di loro appoggiati alle loro macchine stavano ad ubriacarsi con delle birre. In tutta quella confusione e via vai al di fuori della struttura, io mi trovavo vicino al cartello della fermata autobus ed estremamente annoiata e infreddolita, fissavo gli altri. Ad un certo punto mi girai verso quel bosco, e attratta da qualcosa che si muoveva come un' ombra, mi avvicinai, puntando il cellulare in modo da fare luce e vedere meglio. L'unico pensiero che ebbi fu quello che fosse un animale e così discussa tra la sensazione di noia e di curiosità decisi di entrare tra gli alberi, lanciando un ultimo sguardo ai conoscenti con cui ero quella sera, che beatamente se la ridevano e spassavano. Mi inoltrai sempre di più, sentendo o percependo qualcosa, anzi quella cosa, l'ombra avvistata in precedenza muoversi intorno a me, tra gli alberi e i rami, mi stava seguendo, ero terrorizzata, e a quel punto presi la saggia decisione di fare marcia in dietro. In quel momento davanti a me avvistai una figura, una donna bassa, penso anziana, con i capelli neri unti, pieni di nodi, il volto era sporco di fango, da sembrare nero e indossava uno strano abbigliamento vecchio e scuro, vestiti campagnoli del 1920 e una specie di scialle. Mormorava, ero spaventata a morte, non capivo, ma forse nemmeno ascoltavo quello che dicesse. Decisi che la mia curiosità doveva tacere immediatamente, facendo ritorno alla discoteca, ma non appena mi girai la presenza che prima si muoveva attorno, si presentò davanti. Era un uomo molto alto quasi due metri, assai calvo, il suo volto completamente pallido era tumefatto da bruciature e la sua pelle sembrava come raggrinzita (avete presente la pelle delle mani quando si passano parecchie ore in acqua), l'abbigliamento simile a quello maschile 1920. Mi fissava, quando all'improvviso caricò il braccio, alzando la mano nella quale teneva stretta una piccola accetta, pronto a colpirli. In quell'istante non sentii più niente, tutte le miei emozioni sparirono e rimanendo immobile lo osservai sperando solo che si sbrigasse a colpirmi, come se desiderassi veramente essere uccisa. Mi sentivo vuota, spenta. L'ascia si fermò a mezza aria, bloccandosi. Io continuavo a fissarlo e avvicinandomi a passo lento gli accarezzai la guancia, era fredda e viscida, oltre a essere sporca, dalle sue labbra mormorò un "Perché non hai paura?", io l'osservavo in silenzio e inespressiva, finchè l'uomo non abbassò l'arma e girandosi nella mia stessa direzione, osservò le luci della discoteca in lontananza.
Che ne pensate? Potete darmi un vostro parere?
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