CITAZIONE (Lupus° @ 3/11/2014, 14:40)
Mi ripeto: non ho il tempo ne la voglia di farmi trascinare in questa discussione, soprattutto sapendo per esperienza che un confronto non sarebbe possibile ne proficuo. Se ti fa piacere prendila pure come un'ammissione dell'assoluta bontà e veridicità delle tue credenze del tipo: tu hai ragione e io torto.
CITAZIONE (Lupus° @ 3/11/2014, 14:10)
P.S. sarebbe carino presentarsi prima di intervenire nel forum.
Perdonami, Lupus, ma quelle che ho citato mi paiono qualcosa in più di "mie credenze", ma magari sbaglio io eh... Ho citato gli studi e le conclusioni di molti studiosi, mi spiace che ciò venga interpretato nel modo sbagliato... Volevo solo fare notare a chi legge che l'equazione Mitra/Gesù e' alquanto pericolante e non perché lo dico io, ma perché lo dicono reperti archeologici e studiosi ben più preparati di me... Se ti fa piacere ritenere ciò solo e soltanto una mia personalissima opinione e/o congettura nessun problema da parte mia, davvero.. Appena ho un attimo mi presenterò in un topic apposito..
Poi, se non e' un problema, vorrei citare alcune prove STORICHE E ARCHELOGICHE a sostegno di ciò che dico, non per fare a gara a chi ce l'ha più lungo ma per tracciare un confine tra opinioni e fatti..
Sono pronto a qualsiasi confutazione di ciò che dirò, dico davvero... Anche perché se ciò che dirò risulterà opinabile non sarà certo difficile confutarlo, dico bene?
Il problema della veridicità o meno di ciò che è scritto nella Bibbia, risale agli albori del Cristianesimo e, per le Scritture ebraiche, ancora prima. Infatti, ci sono giunte testimonianze scritte di personaggi vissuti agli inizi del II secolo dove i cristiani venivano derisi per le loro credenze, come ad esempio quelle di Celso, il noto filosofo dell’antica Roma. Ci è giunto perfino qualche reperto archeologico che testimonia questi fatti. Però è solo a partire dal diciottesimo secolo in poi, sulla scia dell’ideologia illuminista che metteva al cento di tutto «il lume della ragione» umana, che il problema è divenuto oggetto di studi approfonditi. All’inizio quasi esclusivamente da parte di studiosi non credenti, i quali hanno analizzato la Bibbia versetto per versetto e parola per parola, soprattutto il Nuovo Testamento, con lo scopo di dimostrare la sua inaffidabilità e la sua incoerenza. Passo indispensabile per raggiungere l’obbiettivo definitivo: dimostrare che la Bibbia non è stata scritta su ispirazione divina, e quindi non è Parola di Dio. Per far questo si metteva in dubbio innanzitutto la sua attendibilità storica. Di solito queste accuse si basavano sulla presunta mancanza di prove a sostegno dei racconti biblici derivate da fonti esterne alla Bibbia. Ma, paradossalmente, tali studi hanno portato al risultato opposto. Infatti negli ultimi secoli, spesso partendo proprio dai racconti biblici, si sono affrontate numerose campagne di scavi archeologici che puntualmente hanno confermato le Sacre Scritture.
Ovviamente l’archeologia non può confermare empiricamente la sostanza intrinseca del messaggio di fede e di salvezza che la Bibbia annunzia, poiché esso si basa essenzialmente sulla parola dell’Onnipotente e di suo Figlio Gesù, però può confermare in tal modo la veridicità storica dei luoghi e degli avvenimenti in essa menzionati. Infatti essa cita con dovizia di particolari luoghi, popoli, persone, avvenimenti, date e molti altri elementi oggettivi, intimamente connessi agli eventi della storia della salvezza dell’umanità operata da Dio Padre e da suo Figlio Gesù.
Invece, per quanto riguarda il messaggio di fede e di salvezza che mediante essa Dio ci ha rivelato, esistono innumerevoli riflessioni e considerazioni obiettive e razionali che dimostrano che la fede che si ripone nell’Altissimo non è campata in aria, bensì fondata sulla ragione, ma niente prove empiriche. Accogliere tale messaggio di salvezza deve essere per noi un atto di fede nel nostro Creatore e nel nostro Redentore, non un calcolo opportunistico. Ma per questo aspetto rimando il lettore al mio libro “Gli interrogativi della vita” ove dimostro oggettivamente tale realtà.
Adesso vediamo in dettaglio, anche se soltanto sommariamente, alcuni elementi che provano concretamente la veridicità storica della Bibbia.
Le conferme alle Sacre Scritture degli Ebrei, il Vecchio Testamento della Bibbia cristiana, provengono per la maggior parte dai reperti archeologici rinvenuti nelle numerose campagne di scavi eseguiti nei luoghi biblici. Spesso eseguiti proprio partendo dalle indicazioni bibliche.
Questi reperti sono rappresentai per la maggior parte da “tavolette” di argilla sulle quali venivano scritte informazioni con caratteri cuneiformi e poi cotte in forno. Esse erano i registri e gli archivi dell’epoca. Poi vi sono blocchi di argilla a forma di “cilindro” o di “prisma”, sui quali gli antichi incidevano le informazioni che riguardavano eventi di particolare rilevanza. Un esempio è il famoso “Cilindro di Ciro” formato da un cilindro di argilla cotta al forno lungo circa trenta centimetri, la cui superficie è ricoperta di scritte cuneiforme fatte incidere da Ciro il Grande per riportare le sue imprese e i suoi editti. Infine vi sono le “stele” e i “monoliti”, le lastre e i blocchi di pietra di varie dimensioni e forme sulle cui facce gli antichi riportavano informazioni scritte con caratteri cuneiformi e disegni a bassorilievo.
Ecco alcuni esempi di tali ritrovamenti.
Il racconto biblico del diluvio universale, descritto nel libro della Genesi ai capitoli da sei a otto, ha ricevuto una conferma archeologica molto importante da una Tavoletta d’argilla ritrovata a Ninive, nell’archivio di stato del palazzo reale, sulla quale è descritto l’evento del diluvio ne stessi termini in cui ne parla la Bibbia. Quella Tavoletta è conservata al British Museum di Londra.
Una ulteriore conferma alla veridicità del diluvio biblico, viene da alcuni eminenti esperti i quali affermano che alla luce delle prove geologiche oceanografiche e archeologiche esistenti, si può tranquillamente affermare che senza ombra di dubbio sulla Terra vi è stato un solo e unico diluvio, avvenuto in un'epoca ben definita, del quale tutti i popoli antichi hanno conservato il loro ricordo; anche se ognuno l’ha deformato a secondo della propria ispirazione più o meno primitiva. Nel libro Myths of Creation (Miti della creazione), Philip Freund calcola che esistano più di 500 leggende del Diluvio, narrate da più di 250 tribù e popoli di diverse civiltà. Di questi popoli alcuni sono lontani gli uni dagli altri geograficamente e culturalmente. Queste leggende sono una ulteriore conferma alla storicità della Bibbia.
Una scoperta archeologica molto importante è quella fatta una missione archeologica italiana, guidata da Paolo Matthiae e Paolo Pettinato, la quale ha riportato alla luce le rovine dell’antica città-stato di Ebla, sorta in Mesopotamia intorno al 3000 a.C. Qui gli archeologi hanno ritrovato l’edificio che ospitava l’archivio di stato della città, il quale era formato da oltre 15000 tavolette di argilla scritte con caratteri cuneiformi, delle quali molte erano completamente intatte. Alcune delle informazioni ritrovate scritte su queste tavolette, dimostrano che il racconto biblico che riguarda i Patriarchi biblici è totalmente verosimile, perché questi documenti confermano che diversi nomi di persone e di luoghi usati nella narrativa biblica della Genesi sono autentici.
Su una delle tavolette di questo archivio gli archeologi trovarono scritto il nome delle cinque città della valle vicino al mar Morto: Sodoma, Gomorra, Adma (o Adama), Zboìm (o Seboim o Tseboim) e Bela, che la Bibbia nomina in Genesi 14,2. Esse erano riportate addirittura nello stesso ordine in cui sono scritte in Genesi. Nelle tavolette era menzionato anche il re Birsha, lo stesso nome che il re di Gomorra aveva al tempo di Abrahamo (Genesi 14,2). Inoltre lo scienziato americano Jack Finegan afferma che la distruzione catastrofica di Sodoma e Gomorra, descritta in Genesi cap. 19, avvenne verosimilmente intorno al 1900 a.C., proprio come si desume dalla cronologia biblica.
Su una delle tavolette di questo archivio gli archeologi trovarono scritto il nome delle cinque città della valle vicino al mar Morto: Sodoma, Gomorra, Adma (o Adama), Zboìm (o Seboim o Tseboim) e Bela, che la Bibbia nomina in Genesi 14,2. Esse erano riportate addirittura nello stesso ordine in cui sono scritte in Genesi. Nelle tavolette era menzionato anche il re Birsha, lo stesso nome che il re di Gomorra aveva al tempo di Abrahamo (Genesi 14,2). Inoltre lo scienziato americano Jack Finegan afferma che la distruzione catastrofica di Sodoma e Gomorra, descritta in Genesi cap. 19, avvenne verosimilmente intorno al 1900 a.C., proprio come si desume dalla cronologia biblica.
Intorno agli anni 1925 - 1930 furono ritrovano in Iraq le antiche città Mesopotamiche Nuzi e Mari; la prima risalente all’incirca al 3000 a.C. e la seconda al 600 a.C. Fra i loro resti furono trovate tavolette che confermavano gli antichi costumi dei patriarchi descritti nella Bibbia.
Un’altra spedizione archeologica ha ritrovato i resti del palazzo del re assiro Sargon II, a Khorsabad, nell'Iraq settentrionale, ed ha scoperto che sulle pareti di questo palazzo era descritto la conquista di Asdod da parte di questo re. Esattamente lo stesso evento menzionato in Isaia cap. 20. Inoltre, furono rinvenuti anche frammenti di una stele di pietra che commemorava questa vittoria. (Ashdod è una città e porto di Israele che si trova sul mediterraneo. La parte antica di questa città è vicino a quella odierna, e la sua importanza storica risale al tempo degli Assiri, dei Filistei, degli antichi Ebrei e dei Romani).
Nella Bibbia si afferma che il re di Assiria di nome Salmanassar (o Salmaneser), assedio la città Samaria, capitale dell’omonimo regno di Israele e la conquistò dopo tre anni deportandone parte della popolazione. Ebbene, la descrizione della conquista delle città di Samaria, descritta in 2 Re 17,3-6, 24 e 2 Re 18,9-11, è stata ritrovata anch’essa descritta sulle mura del palazzo di re Sargon II sopra menzionato. (I storici hanno accertato che il re Sargon II fu il successore di Salmanassar, e regnò in Assiria all’incirca tra il 721 e il 705 a.C.).
La Bibbia, nel libro di Giudici cap. 9, afferma che il re Abimelec, il figlio del giudeo Gedeone detto anche Ierub-Baal (Giudici 6,32 e Giudici 8,31), distrusse il tempio di El-Berit nella città di Sichem (Giudici 9,46). Evento anch’esso confermato dal ritrovamento dei resti di questa città. In questi scavi hanno ritrovato sia i resti del tempio di El-Berit e sia le testimonianze della sua distruzione fatta da Abimelec. La datazione di quei resti risultò in perfetto accordo con quella del breve regno di tre anni di Abimelec a Sichem.
Altra conferma biblica proveniente da questi scavi è il ritrovamento del famoso “pozzo di Giacobbe” menzionato nella Bibbia in Giovanni 4,6-12.
Un’altra conferma importante all’attendibilità della Bibbia viene dalla scoperta archeologica fatta nel secolo scorso dal Professor Robert Koldewey, il quale ritrovò i resti della Torre di Babele nominata dalla Bibbia in Genesi 11,1-9 e i resti della famosa città di Babilonia, anch’essa menzionata nella Bibbia innumerevoli volte in diversi libri biblici, come ad esempio in 2 Re capitoli 20, 24 e 25. Inoltre, in altro luogo, è stata ritrovata anche una tavoletta sumera che descrive la confusione delle lingue risultante dall'evento della Torre di Babele, attribuendola al “dio della sapienza”.
La distruzione di Ninive, capitale del regno Assiro, profetizzata dal profeta Sofonia (Sofonia 2,12-15) è confermata dalla descrizione dello stesso evento riportata su un reperto archeologico chiamato “tavoletta di Nabopolasar”. Inoltre, attendibili ricostruzioni storiche hanno stabilito che Ninive fu distrutta dai Medi e dai Babilonesi nel 612 a.C., così come era profetizzato nella Bibbia.
La prigionia di Ioiachin, re di Giuda in Babilonia, descritta in 2 Re 24,15-16, è riportata in alcune tavolette scritte in cuneiforme contenenti la cronaca dei primi anni di regno di Nabucodonosor, re di Babilonia.
La dinastia del re Davide riportata nella Bibbia è confermata dalle iscrizioni in aramaico trovate su una tavoletta commemorativa rinvenuta a Tel Dan (cittadina a nord di Israele) datata IX secolo a.C. La tavoletta, che probabilmente faceva parte di un monumento eretto in onore di Hazael, re di Aram, cita diversi eventi che troviamo menzionati nel primo libro dei Re.
La campagna del faraone Sisach (o Shishak) contro Israele, citata in 1 Re 14,25-26, è stato confermata da un ritrovamento archeologico avvenuto a Tebe, in Egitto, dove lo stesso evento è stato ritrovato scritto sulle mura del Tempio di Amun, risalente a quell’epoca.
La Bibbia nel libro di 2 Re cap.3 afferma che il popolo dei Moabiti, che abitavano in una regione vicino al Mar Morto chiamata Moab, erano sotto il dominio di Israele e si ribellarono ad esso. Ebbene, questo passo è confermato dal rinvenimento avvenuto nel 1868 di una tavoletta Moabita che riportava iscrizioni che confermano il contenuto del capitolo 3 del secondo libro dei Re. Essa cita anche il nome Yahweh, che è il nome con cui Dio si presentò a Mosè.
L'assedio della città di Lachish avvenuto ad opera di Sennacherib re d’Assiria, che la Bibbia riferisce in 2 Re 18,14-17, è descritto anche nelle raffigurazioni fatte in bassorilievo che gli archeologi hanno ritrovato tra le rovine di questa città.
Anche gli avvenimenti della conquista e distruzione di Gerusalemme per mano di Nabucodonosor re di Babilonia, che la Bibbia riferisce dettagliatamente nei libri di 2 Re capitoli 24 e 25, 2 Cronache cap. 36 e Geremia cap. 39, sono tutti ampiamente confermati da documenti storici risalenti a quell’epoca. Infatti gli archeologi hanno ritrovato un gran numero di tavolette di creta Babilonesi scritte con caratteri cuneiforme, dove questi stessi fatti sono descritti altrettanto dettagliatamente.
Le prove storiche che testimoniano quest’evento sono tutte concordi e inconfutabili, tant’è vero che esse hanno permesso di datare con precisione l’anno in cui è avvenuta la caduta definitiva e la distruzione di Gerusalemme, cioè il 587 a.C. Questo avvenimento e questa data sono delle certezze storiche che nessun studioso mette in dubbio.
E ce ne sarebbero molte altre, l'esistenza di Gesù, se parliamo di fonti non cristiane e senza star li a citare i reperti archeologici e' citata da diverse fonti storiche NON cristiane (Tacito, Plinio il giovane, Giuseppe Flavio)..
Per quanto riguarda Giuseppe Flavio c'erano dubbi sull'autenticità del passo del Testimonium Flavianum dove parlava di Cristo, ma poi, disgraziatamente, nel 1971 e' stata riportata alla luce una tavoletta in siriaco (mi pare) che conferma in in toto la veridicità del Testimonium Flavianum (ora non ho voglia di riportarla pezzo per pezzo, comunque Giuseppe Flavio parlava dei cristiani e delle miracolose opere di Cristo, nonché del fatto che appari loro risorto il terzo giorno)..
Può darsi che tutto ciò sia solo una mia personalissima opinione, eh. A me non pare ma magari ho un criterio di valutazione del tutto sbagliato.. Scusatemi per il papiro..