Visto che ho continuato a rimandare fino ad adesso, prendo occasione dell'iscrizione qui per avviare i lavori su un argomento che ho sempre ritenuto piuttosto interessante...
... e sia mai che io parta a conoscere le persone di un forum sulla base di argomenti "semplici"...
Qualche giorno fa, mi è stata posta una domanda ben precisa (cosa sono i qliphot?) a cui non ho saputo dare una risposta pronta. Sfido, a dare una risposta pronta!
“I qliphot sono sephiroth inversi”: impreciso, in quanto introduce l'idea dello specchio (la mia mano sinistra è la mano destra del riflesso), che è solo una delle versioni possibili.
“I qliphot sono sephirot avversi”: cosa dovrebbero contrastare, esattamente? Non sono antagonisti, sono per certi versi collaboratori.
Dopo aver vagliato queste due opzioni di risposta, non ho risposto niente e ho optato per un discorso un po' più ampio e un po' più fine, perché in effetti non mi trovo in linea con nessuno di quei due pensieri!
Se si vuole dare la risposta banale, penso si spossa tranquillamente ripescare una delle visioni moderne dei sephirot, quale che sia – di Crowley, di Grant, della Fortune, del Dragon Rouge o della Golden Down, o di chiunque altro – e propinarla a scatola chiusa. Se si vuole dare una risposta non banale, insorgono diversi problemi.
In primo luogo, a dispetto di quanto si è portati a pensare, la Qabala degli ordini esoterici moderni
non è la Qabala delle origini. Santo cielo, grazie a tutti gli studiosi che da un certo punto in poi hanno tentato di attualizzarla e renderla “ad uso dell'Occidente” (non dimentichiamo però l'impulso enorme dato dai sabbataisti, che hanno praticamente donato il modello qabalistico all'Occidente – gli siamo debitori)... ma la Qabala propinata da MacGregor Mather, Crowley, Grant, Fortune, dalla Silver Star, dalla Golden Down, dal Dragon Rouge, da diverse logge typhoniane e da una quantità spropositata di commentatori moderni, non è la Qabala delle origini. È una rivisitazione ad uso degli occidentali, non una versione ad uso degli ebrei – e quindi non è “pura” come in origine, ma adeguata alla mente occidentale. Mente occidentale che, non serve cavare dal cilindro teorie teosofiche, è ovviamente piuttosto diversa da quella ebraica – basti vedere il diverso metodo di gestione della cultura sociale, che poi è alla base del metodo di gestione della cultura religiosa e di quella esoterica.
Specifico che non vedo come malvagio né dannoso questo adeguamento e queste rielaborazioni... trovo semplicemente che le informazioni debbano essere contestualizzate e che si debba impegnarsi a capire da dove arrivano. Ogni cosa ha un valore, e ha un valore diverso anche in relazione alla sua origine. È differente sapere che l'Otz Chiim che siamo soliti ad avere stampato in mente è quello del Magick di Crowley (e successive rivisitazioni dello stesso glifo), piuttosto che quello originario. Certo, la struttura di base era la stessa. Certo, se lo usiamo nel nostro pensiero funzionerebbe sia sapendo che è di Crowley, sia credendo erroneamente che sia, chessò, di Luria (alla fine è la Volontà che conta)... ma in campo di Tradizione, bisogna capire da dove arrivano le cose. Altrimenti possiamo chiudere tutti i nostri libri, smetterla di appuntare grimori e iniziare a pregare una luna-formaggio verde... tanto se lo crediamo, funziona.
Fine della digressione polemica, torno in tema.
Nell'ambito della “cristallizzazione” della Qabala
moderna (ma secondo me quella moderna ancora non è consolidata), uno degli argomenti più rivisti e commentati sono le qliphot.
Cavolo, all'Occidente le qliphot piacciono... e dire che la Qabala “originaria” (intendo quella cristallizzata prima che la sua filosofia irrompese negli ordini esoterici Occidentali) quasi non toccava l'argomento qliphot. In un migliaio di anni di storia (circa), ci saranno stati una decina di tentativi di spiegare le qliphot. In un trecentinaio di anni di storia, a partire dal Settecento, quando lentamente la Qabala è stata data all'Occidente, ci saranno stati da parte degli occidentali un'altra decina di tentativi. Una sproporzione che mi fa ripetere che sì, caspita, agli occidentali le qliphot piacciono!
Forse perché siamo sempre stati più abituati a pensare l'universo come un dualismo (Bene-Male, luce-ombra)? Mentre l'Oriente e i movimenti giudaici aveva una maggior propensione ad azzerare la dicotomia e far prevalere l'idea di un divino tutto-comprensivo cui riunirsi (filosofia tipicamente RHP, per altro).
Forse perché per l'Occidente il male, lo squilibrio, la ribellione, sono più affascinanti che per l'Oriente?
Ed è stato lo stesso Occidente ad attribuire (forzatamente?) alle qliphot dei nomi e delle corrispondenze, mentre in origine le qliphot, o qelippot non erano che “vasi rotti”: questo è veramente significatico, e ha determinato a mio parere il punto di rottura fra il modo moderno di pensare le qliphot e quello originario.
Inoltre... male, squilibrio, ribelione: tutte cose che sicuramente si possono vedere nelle qliphot e, in effetti, il problema forse non è neanche la natura di queste forze, quanto piuttosto la loro origine:
Quale Olamot le emana?
Già qui le scuole si dividono. C'è chi pensa che le qliphot siano solamente in Assiah e chi pensa siano solo di Atziluth (il che mi sembra scorretto: non possono essere solo in Atziluth, in quanto quello che è negli Olamot superiori penetra in quelli inferiori).
Sono da considerarsi forze sbilanciate createsi durante il traboccare dei vasi-sephirot durante il processo di emanazione?
E ancora.
Sono da considerarsi forze avversarie che si creano nell'esatto momento in cui viene emanata una serphirot (per reazione al “positivo” rappresentato dalla sephirot o perché l'emanazione di quel particolare aspetto del Manifesto è già inclusivo di un aspetto sephirotico o qliphotico che si differenziano nell'atto di manifestazione)?
L'energia di una qlipha è speculare e di energia opposta a quella di una sephira o è identica e di energia opposta?
Inoltre, il percorso della Qabala “originaria”, essendo la Qabala di per sé un movimento RHP, puntava al riunire l'anima umana al divino attraverso la salita dei Sentieri e la trascesa del dualismo. Semplificando, questo avviene con la comprensione delle sephirot... ma quelle sephirot non si consideravano inclusive delle qliphot, o almeno non se ne faceva cenno.
Non si faceva cenno alle qliphot perché il percorso “inverso” ha come obiettivo non la riunificazione al divino, ma l'autodeificazione, di per sé ritenuta eresia in ambito giudaico? Mi sembra piuttosto artificioso un pensiero di questo genere.
Immaginando di non poter, in sezione pubblica, trattare la parte pratica di un argomento così complicato, mi piacerebbe guardare con voi almeno la teoria, approfondire.
Un mio pensiero in parte già lo ho – spero che traspaia almeno un po' da quanto detto sopra – ma sarei ben felice di rivalutarne eventualmente alcuni aspetti alla luce dei vostri pareri.