IL TEMPIO DELLE OMBRE - Studio di Magia ed Esoterismo

Peter Carroll e i 5 livelli di Attività Magica, Magia del Caos

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Polydeúkes
view post Posted on 14/10/2013, 12:48     +1   -1




Peter Carroll, considerato uno dei padri dell'ideologia Caotica contemporanea, stabilisce cinque livelli di attività magica e pratica nella magia del caos.

Stregoneria: Il livello di stregoneria è la condotta basica che tutti conosciamo. Questa definizione stabilisce la ricerca del risultato attraverso materiali, rituali determinati, elementi selezionati preghiere e corrispondenze, simboli, nell'atto puro dell'"incantesimo" che variano a seconda di cultura, credo, e società,

Sciamanesimo: Il livello sciamanico, simile al precedente, ma differente poiché utilizza uno stato alterato di coscienza. Questo stato alterato si raggiunge con il sesso, la paura, il suono di un tamburo, o droghe. Implica, insomma, un elemento di stimolo dell'immaginazione per raggiungere uno stato di profonda alterazione per raggiungere l'obiettivo.

Magia rituale: è un livello superiore ai due precedenti, che riunisce in sè propriamente, l'uso di strumenti e materiali proprio come lo farebbe la Stregoneria, ma altempo stesso utilizza le techiche di alterazione della coscienza proprio come la magia sciamanica.

Magia Astrale: è un livello, chiaramente, ancora superiore. Prevede l'utilizzo di tutto ciò che appartiene ai livelli precedenti ma senza la necessita dell'utilizzo di strumenti. Il mago che domina la Magia Astrale, può semplicemente visualizzare il rituale e i suoi strumenti magici, ed esprimere mentalmente la sua intenzione vivendo forma astrale, appunto, il rituale.

Alta Magia: È il punto nel quale non ci sono più barriere tra il mago e la sua Volontà, dove gli strumenti e i rituali diventano obsoleti. Il Mago libera il potere induttivo e la sua forza interiore senza necessità di passare per punti intermedi e visualizzare gli strumenti magici. È la connessione ditretta tra l'operatore e la fonte di energia primordiale. Ovviamente, l'alta magia è un livello che non tutti possono raggiungere, solo poche persone.

Queste suddivisioni (valide nel pensiero plurale e metamagico della magia del caos) ci aiuta a comprendere i livelli di evoluzione possibili nei quali integrare il nostro studio e dai quali possiamo trarre obiettivi concreti per il nostro sviluppo.
 
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view post Posted on 14/10/2013, 16:29     +1   -1
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...molto interessante..
 
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view post Posted on 15/10/2013, 07:12     +1   +1   -1
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Agente del Chaos

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Ho sempre trovato questa concezione a livelli piuttosto fuorviante. Non ritengo infatti che l'operare con la sola visualizzazione, cosa peraltro figlia del nostro tempo e mai avvenuta nelle tradizioni del passato, sia di un livelli più elevato. Al contrario credo che una pratica completa debba prevedere sia l'aspetto astrale che quello materiale, altrimenti si rischia di perdere il contatto con gran d'arte delle energie, cadendo preda di facili suggestioni.
 
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view post Posted on 15/10/2013, 09:08     +1   -1
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Che grande Peter Carroll! Mi trovo piuttosto d'accordo con questa suddivisione. L'unica critica che mi sento di muovere riguarda l'aspetto gerarchico di questi diversi modi di vivere la Magia: se si esclude l'Alta Magia - che presupporrebbe un livello spirituale tale da demolire completamente l'Ego e da rendere il Mago un'entità superiore all'umanità che gli è propria - considero le 4 attività magiche come modi diversi di intraprendere un medesimo Cammino. La metà è comune, variano i percorsi per raggiungerla, ed ogni praticante sceglierà quello che gli è più congegnale.
Trovo futile e sterile discutere su quale sia il livello più alto di Magia: al massimo, si può
discutere di quello che per noi funziona o non funziona.
 
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Polydeúkes
view post Posted on 15/10/2013, 10:13     +1   -1




Io credo, al contrario, sia molto accurato. Se definiamo livelli di abilità generale li considero effettivi. Capisco il tuo punto di vista, ma ci sono molte cose da tenere a mente. Una di queste è l'abilità di raggiungere la Volontà. Siccome secondo la Caos, ogni credenza, corrispondenza, strumento e divinità è un appiglio per raggiungere la sicurezza personale e la concentrazione necessaria, più ci si spoglia di strumenti, più si e in grado di raggiungere la volontà e lo stato di gnosi con fermezza.
Bisogna contare che ad ogni livello, corrispondono una certa quantità di pratiche e scopi. Nella stregoneria, ad esempio, non si utilizza nessuna entità solitamente, e non si richiede nessuna comunicazione diretta con spiriti se non attraverso la preghiera o un mantra.
Lo sciamanesimo è proprio di attività di visione per raggiungere lo scopo prefisso. E per stimolarle utilizza strumenti ipnotici o psichedelici per il raggiungimenti dello stato di gnosi. Dal mio punto di vista, ti posso assicurare che se non conosci la meditazione necessaria per la stregoneria, quello che otterrai sono visioni casuali o semplici effetti psichedelici senza nessuna profondità metaforica o comunicativa. Quindi comprendo che questa fase sia considerata superiore alla precedente.
La magia rituale, per sua stessa natura, vuole, necessita ed è fatta per il lavoro con entità superiori, e il controllo della situazione, dello scopo e la capacità di una lunga concentrazione, che in alcuni casi può durare giorni, e affinché si abbia un chiaro risultato e che la nostra volontà sia connessa e armonica con la volontà dell'entità richiamata ( di qualsiasi natura si creda sia fatta una entità) è indispensabile la capacità proiettiva dello sciamanesimo e l'abilità strumentale dela stregoneria.
La concentrazione necessaria per controllare il viaggio astrale, e, dunque, la magia astrale, è il risutlato di un percorso annoso e di grande controllo del sé. Scopo che si raggiunge attraverso le prime tre tappe.
Infine l'alta magia ci avvicina all'idea di Dio. E qui non c'è nemmeno da spiegare perché.

Questa classificazione si basa, come da esempi, nella nostra capacità di controllare le nostre abilità e potenziandole, di liberarci degli appigli. Ma attenzione: nessuno dice che uno stregone non possa fare un rituale! Quello che afferma l'autore è che ci si basa sulla quantità di successi, non su quello che fa l'operatore. Altra cosa da tenere da conto è che più pratichiamo un certo tipo di operazione, più la sicurezza del successo la interiorizza. Cosa vuol dire? Vuol dire che se prima ho bisogno di quaranta ingredienr¡ti dieci sigilli e un mantra di 50 versi, con il tempo e la pratica, arriverò ad eliminare quello che la mia esperienza mi insegna essere superfluo o meglio, ciò di cui io non ho più bisogno per raggiungere la stessa sicurezza e lo steso stato di concetrazione. Allora ridurrò ai sigilli necessari, agli elemnti basici e a ciò che mi appartiene più intimamente. E così via, fino a dominare completamente il processo. Ad oggi, ho almeno 2 incantesimi (dio come odio questa parola, ma non ho sinonimi al momento) che posso fare in Astrale. Sono dunque un mago Astrale? NO, poiché un mago astrale fa qualsiasi operazione o la maggiior parte senza strumenti.

Questo è il mio punto di vista. Che ne pensi?
 
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view post Posted on 15/10/2013, 10:44     +1   -1
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Agente del Chaos

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Non so se la domanda era rivolta a me o a John, ma ti rispondo comunque :-P

Capisco questo punto di vista, ed in parte lo condivido anche.
Non concordo però con talune interpretazioni di Carroll secondi le quali i gradi si intendano anche come livello di evoluzione spirituale.
Faccio un esempio: ho conosciuto praticanti che usabsno questa teoria per giustificare pigrizia o impossibilità di usare strumenti. Ho conosciuto altri praticanti così abili e vicini alle Alte Entità da aver perso contatto con se stessi e con gli altri, risultando per questo oggettivamente delle persone di merda, se mi perdonate il francesismo.

Quindi, concludendo, benvenga l'evoluzione verso le pratiche più alte della magia, ma con attenzione a non abbandonare quelle più basse.
 
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view post Posted on 15/10/2013, 10:46     +1   -1
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Certo, Poly, hai perfettamente ragione! :D
Quello che sostengo, quando parlo dell'errore di gerarchizzare le pratiche magiche, è riferito all'impossibilità di definire quale tecnica sia migliore, non quale tecnica sia più difficile. La Magia Astrale richiede allenamento dell'immaginazione e Volontà granitica, mentre la ritualistica detiene materialmente gli strumenti necessari ad incanalare la Volontà in una determinata direzione.
Dicendo invece che sono percorsi paralleli intendo che non tutti si possono trovare bene con un metodo piuttosto che con un altro, e questo compromette l'efficacia del rituale.

Io per esempio ho sperimentato alcuni rituali, nel mio periodo di assenza: in primis mi sono accorto che la concentrazione non ha bisogno di rimanere salda come operando con la sola visualizzazione, perché già il fare, già l'atto stesso del rituale richiede l'impiego delle vie nervose piramidali.
Di certo questo è un "risparmio energetico", per la Mente dell'operatore.
Con alcuni rituali, però, mi sentivo decisamente a disagio, e questo inevitabilmente danneggia l'effetto del rituale stesso (è come se la fede vacillasse e, con essa, la Volontà).
Non per questo ho smesso di fare rituali: solo, potendo scegliere, utilizzo la Magia Astrale, che è più nelle mie corde.
Da quel che ho capito, tu hai realizzato quei due rituali al punto da rendere il loro compimento automatico (quindi, extrapiramidale), e per questo la memoria operativa ti consente di riprodurli senza strumenti.
Io ho iniziato a praticare con la sola visualizzazione, allenando la Volontà e l'immaginazione per quello scopo, ed ho il problema opposto: sono pochi i rituali che riuscirei a compiere con gli strumenti, senza che la sequenza delle procedure del rituale mi distraggano.

P.S. Ecco, sono d'accordo con Lupus: la differenza è nella difficoltà, non nell'evoluzione spirituale. Anzi, neanche nella difficoltà: è negli strumenti che si utilizzano. :P come ho detto, la meta è unica. A cambiare è solo il cammino percorso.
 
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Polydeúkes
view post Posted on 15/10/2013, 13:31     +1   -1




QUOTE (Lupus° @ 15/10/2013, 11:44) 
Non concordo però con talune interpretazioni di Carroll secondi le quali i gradi si intendano anche come livello di evoluzione spirituale.
Faccio un esempio: ho conosciuto praticanti che usano questa teoria per giustificare pigrizia o impossibilità di usare strumenti. Ho conosciuto altri praticanti così abili e vicini alle Alte Entità da aver perso contatto con se stessi e con gli altri, risultando per questo oggettivamente delle persone di merda, se mi perdonate il francesismo.

Quindi, concludendo, benvenga l'evoluzione verso le pratiche più alte della magia, ma con attenzione a non abbandonare quelle più basse.

Secondo il mio punto di vista, un mago si può definire tale, quando conosce gli equilibri e sa matenersi equilibrato. Considero l'auto-coscienza e l'autoanalisi come uno dei più grandi strumenti che il cammino ci offre. Chi usa pigrizia nel suo cammino si perderà spesso e volentieri nella propria accidia, ingannandosi da solo. Chi invece non riesce a separarsi dalle entità con le quali è in contatto ha fallito, e non gli sarà permesso evolvere ulteriormente. Pagherà le conseguenze dell'abbandonarsi alle forze per puro scopo di potere, e perderà se stesso, poiché è diventato dipendente da quelle stesse entità, che se un giorno decidessero di allontanarsi, lo lasceranno svuotato e senza scopo, con larve grandi come dinosauri appiccicate addosso.

Il sentiero, in un modo o nell'altro, trova il modo di far uscire il meglio ed il peggio di te. Se lo scopo della magia è liberare il dio che abbiamo dentro e trovare l'illuminazione al di sopra del bene e del male, chi trova in una pratica o in una entità la fine del proprio percorso ha solo trovato se stesso, senza però la coscienza dell'autocritica. Nessuno stronzo diventa tale, senza che questo faccia già parte di lui. Come gli sciamani che diventano dipendenti da droghe o da sesso. La loro ricerca spirituale, con l'atteggiamento sbagliato, li può condurre lontano per talento, e alla follia per avidità di potere.

Acquisire capacità magiche è un premio. Se queste capacità sono il fine, l'universo sa molto bene come rispondere.

Questo è il mio personale parere.
 
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view post Posted on 16/10/2013, 14:45     +1   -1
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.. il discordo che fa Lupus di equilibrio tra le parti lo trovo assai condivisibile, dopo aver riflettuto a lungo "sui livelli di abilità" (se ho ben compreso) in effeti, credo sia un po' una forzatura definirli tali, penso che sia più corretto chiamarli "gradi di ispirazione"..

nel senso che trascendendo la pratica del Chaos, si potrebbe definire il Magista, come un artista che ispirato dai suoi molteplici strumenti materiali (o astrali), li utilizzasse come un pittore dipinge con pennelli e colori..

così avremo il magista che utilizza la musica come tramite, come mezzo della sua volontà. avremo il visivo che visualizza.. il meditativo che invoca e jacula e il trascendente che trascende...
questo però assoggettato all'ispirazione puramente soggettiva, e alla tradizione personale/culto locale (che è il fulcore delle ispirazioni e delle forze in gioco)



(piccola parentesi:
CITAZIONE (Polydeúkes @ 15/10/2013, 11:13) 
Bisogna contare che ad ogni livello, corrispondono una certa quantità di pratiche e scopi. Nella stregoneria, ad esempio, non si utilizza nessuna entità solitamente, e non si richiede nessuna comunicazione diretta con spiriti se non attraverso la preghiera o un mantra.

al contrario sapevo che spesso.. nella "Stregheria" era solito imprigionare o materializzare i Demoni all'interno delle noci o delle corteccie delle piante per poi servirsene...)
 
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› Xaèro ‹
view post Posted on 1/2/2016, 12:48     +1   -1




Mah,
per come sono fatto io... non piacendomi molto il ricorso a stati alterati di coscienza, indotti artificialmente... (la vivo su di me come una sorta di scorciatoia artefatta, che come tale pregiudica la "farina del mio sacco"... e penso che sia meglio operare in integrità d'essere) mi rivedo più in ciò che viene definito come Magia rituale (intesa senza ausilio di droghe e sostanze alteranti) Magia astrale e Alta Magia... Seguo tragitti di stampo più ermetico e sono parecchio interessato all'ascesa in Magia, di stile bardoniano... Per meglio dire, ho un approccio "purista" alla Magia, e tendo a prediligere lo sviluppo di reali poteri e capacità magiche individuali, spostando l'accento su questo prima ancora che su strumenti rituali... con gli strumenti c'è l'enorme rischio di finire col diventarne dipendenti, e così via anche per le entità e via dicendo... è facilissimo smarrire il proprio orizzonte per perdersi in dipendenze fisiche o psicologiche incontrate sul tragitto... gli strumenti che usiamo rischiano a volte di possederci, invece vanno visti come un mezzo, per il fine... se perdiamo questo criterio restiamo imprigionati nella selva... usare le cose, per un intento, per un fine, senza venirne usati... anche se qui il discorso diviene relativo a quello che intendiamo come fine.

Idealmente, come interesse primario, sono volto all'evoluzione/potenziamento del mio essere magista, in quanto tale... e meno dipenderò da mezzi esterni meglio sarà... (più posso contare solo su me stesso, senza necessariamente ricorrere ad aiuti esterni, meglio é) Precisando poi che amo anche la ritualità, certi tipi di oggettistica, ho anche un gusto estetico e formale per la Magia... Mi interessa la sua conoscenza in senso lato, apprezzo la ritualistica, la talismanica, la divinazione... MA per essere davvero soddisfatto, devo riconoscere a me stesso una reale evoluzione personale intesa come capacità, doti della mia persona. Ci sono più modi di fare Magia e io mi ritrovo maggiormente in un discorso simile.
Ecco perché provo un richiamo fortissimo per le tematiche di meditazione, visualizzazione, concentrazione, sviluppo di poteri ESP, Psicocinesi (in senso generale, con le sue varie microcategorie) padronanza degli Elementi avanzamento sui piani Mentale-Astrale-Fisico etc etc etc e più in generale lo sviluppo del Mago in senso bardoniano.
Sviluppo del -proprio- potenziale, magico.
Quello che intimamente mi appaga di più é la "completezza-pienezza" del magista, di sua facoltà... Potere si, ma scaturito principalmente dalle sue capacità, abilità personali. Tanto più questo avviene, tanto più sono soddisfatto di me stesso. Devo poter guardarmi e constatare che quel che ho compiuto, é dovuto più alla mia abilità intrinseca, che ad altro.
Fermo restando poi lo sbattone che comporta il discorso... Ben vengano mezzi e modi per risparmiare energia e fatiche, eh, ben vengano, io stesso son sempre in cerca di amplificatori, canalizzatori, strumenti magici di protezione e propiziazione... la strumentistica mi interessa...
Ma poi? Se non voglio prendermi in giro da solo, sono più appagato da risultati che dipendevano da aiuti esterni, oppure dalle fatiche della mia volontà, tradotta in sforzo-motore?
Quindi ancora: sono più fiero e soddisfatto del mio stato di magista, se spogliato di ogni mezzo, svestito di ogni ausilio esterno, oppure il contrario?
E' un pò come il solito discorso di scegliere ciò che è più facile, rispetto a ciò che è più faticoso.

Posso anche accontentarmi (magari anche tanto) di risultati -anche bellissimi-... Ma alla fine il bisogno -più autentico-, é l'essere fiero di me stesso, in sincerità con me stesso, nel riconoscermi causa unica o primaria dei miei successi e spuria il più possibile da altre agevolazioni estrinseche, artificiali.
Più sono la causa prima dei miei risultati... e del mio essere... meglio è.
Un approccio mentale, da purista.
E' un po' come questa similitudine: Se io sto correndo, e arrivo vincendo al traguardo... Sarò più contento di me sapendo che ho vinto, di sole mie forze, piuttosto che per aver usato incentivi-scorciatoie come doping, o protesi robotiche potenzianti nelle gambe, o artifici vari che in qualche modo mi abbiano semplificato la vittoria. :)

Edited by › Xaèro ‹ - 1/2/2016, 15:31
 
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view post Posted on 1/2/2016, 22:17     +1   -1
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Con "stato alterato di coscienza" non si intende necessariamente "stato alterato a causa di assunzione di sostanze psicotrope". Gnosi può venire a seguito di meditazione, lunghi calcoli matematici, corsa, sesso, urla, assunzione di droghe... Anche solo un rituale di bando, dopo un po' d'esercizio, fa entrare nell'atteggiamento/mood magico. Anche il cibo influenza la coscienza, tanto nel quotidiano (thè, caffè, fave, ...), quanto nell'eccezione (basti guardare gli effetti dei mao-inibitori).

A meno di voler diventare Adept dello IOT, nessuno è costretto a confrontarsi con l'intero Liber KKK, ma è sicuramente un buon (lungo) lavoro (che richiede risultati obiettivi). Dopo tutto, non ho ancora la minima idea di cosa Carroll intenda con "High Magic" e neppure di come conseguirla (consigli? :/). È facile sottovalutare la Sorcery (stregoneria), ma può rivelarsi davvero divertente! Ad esempio, il porre un cristallo di rocca sopra un'ametista è stregoneria. Anche a considerare la stregoneria inferiore (o non interessante), secondo me è comunque una buona preparazione propedeutica (e Carroll un po' la vede in questo senso).

Il discorso che fai sugli strumenti magici mi pare del tipo "non usare la bicicletta, altrimenti ti dimenticherai come camminare; come potrai quindi salire le scale?" Da una parte capisco la tua estetica magica, dall'altra non capisco il divieto infondato: certamente bisogna stare attenti, utilizzare gli strumenti come tali; ma in magia tutto ha un rischio! Il paragone col doping non attacca: il doping è vietato per questioni mediche e tutta l'etica dello sport è abbastanza fuffa. Non è vietato (e neppure anti-etico) assumere una dieta opportuna e, con le limitazioni imposte, studiare nuovi telai. Autocitandomi (13 giorni fa):

CITAZIONE
Forse è davvero necessario non dipendere eccessivamente dagli strumenti: deve esser possibile far magia sia avvolti in mantelli che in jeans e maglietta. Insomma, non è la bacchetta a far la magia, ma è il mago: magari la bacchetta è potentissima o magari solo tu la consideri tale...

Non ho ancora una risposta al "è la bicicletta ad aver potere in quanto tale o sono io ad andar veloce in quanto capace di utilizzarla?" (che potrebbe essere tanto nel mezzo quanto agli estremi).

A mio parere, preferire un livello ad un altro non è questione di capacità, quanto di attitudine o di modo d'esprimersi. Un adepto (nel senso dello IOT) deve esser capace in tutte e cinque le modalità, fornendo risultati.

Edited by Lexici Scriptor - 1/2/2016, 22:34
 
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Polydeúkes
view post Posted on 12/3/2016, 10:13     +1   -1




CITAZIONE
Non ho ancora una risposta al "è la bicicletta ad aver potere in quanto tale o sono io ad andar veloce in quanto capace di utilizzarla?" (che potrebbe essere tanto nel mezzo quanto agli estremi).

La questione è secolare, più che annosa. Lo strumento in sé, per me, ha il potere potenziale ( di catalizzazione, di proirzione o vibrazione ) ma è la mano del mago a renderlo utile. Un coltello in natura, solo, non serve a nulla, dev'esserci una mano, la conoscenza per utilizzarlo ed una volontà che fissi lo scopo, sennò è solo metallo.

CITAZIONE
Dopo tutto, non ho ancora la minima idea di cosa Carroll intenda con "High Magic" e neppure di come conseguirla (consigli? :/).

Io interpreto l'Alta Magia di Carroll come il siddhi, la capacità di operare miracoli, la taumatirfia in sensio ampio... L'illuminazione, la santità in senso mistico. Ci si dimentica spesso che questo è un percorso spirituale e mistico in senso stretto che vede la sua progressione nell'illuminazione e nell'avvicinamento alla divinità assoluta. La capacità demiurgica che ne conviene è uno degli effetti, una delle vie per raggiungerla ma non lo scopo finale. Io considero questi livelli di pratica come cartina tornasole di un percorso animico di evoluzione, per questo, per me, è il senso ed il punto di vista dal quale è più chiaro l'orizzonte del nostro cammino.

Edited by Polydeúkes - 12/3/2016, 11:02
 
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»halfdark
view post Posted on 17/6/2016, 09:25     +1   +1   -1




Penso che questa suddivisione sia veritiera, seppur sintetizzata ai minimi livelli.
Credo anche alla “gerarchia” delle pratiche; come affermi tu, infatti, quella che viene definita Alta magia richiede una grande concentrazione e capacità di dominare la propria “volontà”.
Ammetto che alcune tappe non le ho proprio sperimentate :P
A mio avviso il percorso esoterico evolutivo che si fa per arrivare in cima a questa scala corrisponde ad un percorso anche personale e va quindi in parallelo con quest' ultimo. E l’Alta magia non è l’ultima tappa (di sicuro non per un caota).

Certo, come dice Lupus non è necessariamente così. Però per spezzare una lancia in favore di chi è una "persona di merda" come dice lui è difficile comprendere tutti gli aspetti della nostra personalità nella propria evoluzione. Poi c'è anche chi salta a piè pari tutto e si appropria di tecniche lette qua e la oppure apprese da sedicenti maestri online (BRRRRRR), però questi son discorsi a parte.

Cito un testo indiano (cultura che vorrei approfondire al più presto *_*)

“Colui che non è chiamato né esistente né inesistente. Egli è presente nel mondo, avvolgendo tutto. Le Sue mani e i Suoi piedi sono dappertutto. i Suoi occhi e le Sue orecchie sono da tutte le parti. le Sue bocche e le Sue teste sono ovunque. Splendente in tutte le funzioni dei sensi e tuttavia trascendente i sensi; non attaccato alla creazione e tuttavia il Sostegno di tutto; libero dai costituenti e tuttavia Colui che ne gode. Egli è dentro e fuori tutto ciò che esiste, l’animato e l’inanimato; Egli è nel contempo vicino e lontano; impercettibile a causa della Sua sottigliezza. Egli, l’Uno Indivisibile, appare come innumerevoli esseri. Egli sostiene e distrugge le loro forme, e poi le crea di nuovo. Luce di tutte le Luci, al di là dell’oscurità; Conoscenza stessa, Quello che dev’essere conosciuto, la Meta di ogni sapere, Egli dimora nei cuori di tutti”
(Bhagavad Gita)

Insomma è un po' difficile arrivare a corrispondere a questo "modello", anche se commetto che molti vi si sono avvicinati. Non c'è UN modo per arrivare in cima, ma penso che una caratteristica fondamentale di un aspirante illuminato sia quello di essere in grado di destrutturare il proprio carattere, e modificare laddove ce ne sia il bisogno.
Ora, forse dirò una cretinata, ma per me questa ultima tappa, la cima, corrisponde al "basso", al ritorno ad uno stato primordiale. Forse nemmeno in forma di esseri umani, bensì semplice materia.
Ci si interroga tutt'ora sui limiti dell'uomo. L'essere umano è limitato, certo; dubito che riesca a superarsi fino ad arrivare al punto di cambiare forma/materia (anche se...a questo punto il piano astrale torna utile. il tutto mi fa venire in mente un matrix in chiave positiva. ok sto divagando :woot: )
Quindi la fine coincide con l'inizio. L'illuminazione si raggiunge solo con la morte
(SBEM)

Comunque ti devo fare i miei complimenti, bel post ma soprattutto bei commenti!
CODICE
e lo scopo della magia è liberare il dio che abbiamo dentro e trovare l'illuminazione al di sopra del bene e del male

Qui ti avrei fatto la ola :)

ora posso andare a farmi internare. applausi se avete capito cosa intendo dire :D
 
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°Emeth
view post Posted on 17/6/2016, 15:57     +1   -1




CITAZIONE
“Colui che non è chiamato né esistente né inesistente. Egli è presente nel mondo, avvolgendo tutto. Le Sue mani e i Suoi piedi sono dappertutto. i Suoi occhi e le Sue orecchie sono da tutte le parti. le Sue bocche e le Sue teste sono ovunque. Splendente in tutte le funzioni dei sensi e tuttavia trascendente i sensi; non attaccato alla creazione e tuttavia il Sostegno di tutto; libero dai costituenti e tuttavia Colui che ne gode. Egli è dentro e fuori tutto ciò che esiste, l’animato e l’inanimato; Egli è nel contempo vicino e lontano; impercettibile a causa della Sua sottigliezza. Egli, l’Uno Indivisibile, appare come innumerevoli esseri. Egli sostiene e distrugge le loro forme, e poi le crea di nuovo. Luce di tutte le Luci, al di là dell’oscurità; Conoscenza stessa, Quello che dev’essere conosciuto, la Meta di ogni sapere, Egli dimora nei cuori di tutti”
(Bhagavad Gita)

CITAZIONE
Insomma è un po' difficile arrivare a corrispondere a questo "modello", anche se commetto che molti vi si sono avvicinati. Non c'è UN modo per arrivare in cima, ma penso che una caratteristica fondamentale di un aspirante illuminato sia quello di essere in grado di destrutturare il proprio carattere, e modificare laddove ce ne sia il bisogno.

Il passo che hai tratto dal Bhagavad Ghita si riferisce al Parabrahman o al Sanguna Brahman (nell'Advaita Vedanta), cioè alla Realtà Ultima.
Innanzitutto, il Parabrahman non è un modello, ma è al di là di ogni modello: essendo la Realtà Ultima, è anche l'Assoluto, anche se potremmo stare qui a disquisire su quale "livello di assoluto" rappresenti (e questo dipende, in buona sostanza, dalla sadhana di riferimento).
In secondo luogo, cosa vuol dire che ammetti che molti si sono avvicinati al Parabrahman? Parli di maghi? Sì, se intendiamo maghi sono più che convinta che magari qualcuno ci si sia avvicinato... ma anche no. Se stiamo parlando di Vie Orientali, non credi all'esistenza di Maestri Illuminati? Va bene, ci può stare, è una scelta personale... ma allora perché andare a citare il Bhagavad Ghita, la cui trasmissione esatta degli insegnamenti e della darshana avviene attraverso il passaggio da Maestro Illuminato a Maestro Illuminato nelle tradizioni vishnuite e krishnaite? Mi sembra un po' fuori luogo... o meglio, un'estrapolazione decontestualizzata e fuori argomentazione rispetto a quanto proposto da Poly.
Sono invece d'accordo sul fatto che non ci sia un solo modo, ma mi costringo anche a porre un accento significato: il modo orientale e il modo occidentale sono diversi e spesso incompatibili. Inoltre, per "aspirante illuminato" lo intendi nella Tradizione Orientale, o nella Tradizione Occidentale? Parlando di Oriente, ti posso assicurare che alla destrutturazione del proprio carattere non segue la "modifica" dello stesso, ma la comprensione e, eventualmente, la rimozione degli atteggiamenti non propedeutici al raggiungimento del Siddhi o dettati dai Klesha (Veleni).

CITAZIONE
Ora, forse dirò una cretinata, ma per me questa ultima tappa, la cima, corrisponde al "basso", al ritorno ad uno stato primordiale. Forse nemmeno in forma di esseri umani, bensì semplice materia.
Ci si interroga tutt'ora sui limiti dell'uomo. L'essere umano è limitato, certo; dubito che riesca a superarsi fino ad arrivare al punto di cambiare forma/materia (anche se...a questo punto il piano astrale torna utile. il tutto mi fa venire in mente un matrix in chiave positiva. ok sto divagando :woot: )
Quindi la fine coincide con l'inizio. L'illuminazione si raggiunge solo con la morte
(SBEM)

Parto chiedendoti cosa intendi per matrix.
Comunque non sono assolutamente d'accordo. Se da un lato concordo sul fatto che sia necessario, al fine di raggiungere il Siddhi, tornare a uno stato di naturalezza (cioè spogliarsi di determinati costrutti, modelli di pensiero, superando i Klesha dettati da Maya, ad esempio), dall'altro ritengo che il Siddhi sia raggiungibile anche in vita, se si è in grado di vivere pienamente una sadhana. Lo dimostra l'esistenza di Maestri Illuminati che portano avanti determinate sadhana, e la scomparsa delle sadhana che non sono più state in grado, a un certo punto, di generare individui illuminati che ne continuassero il lignaggio. La dissoluzione del Paramatman nel Brahman può avvenire anche in vita, lo affermano quegli stessi testi che tu citi.
 
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»halfdark
view post Posted on 17/6/2016, 17:56     +1   -1




In realtà si parlava di Caos Magick quindi penso di essere IT.
Proprio perchè siamo in questo ambito ho fatto un esempio, che difatti ho definito modello. Non trovo la citazione fuori luogo; è stata decontestualizzata, certo, ma proprio perchè è un esempio non vedo perchè debba essere considerata OT.
Ci sarebbe anche da discutere sulla definizione di "illuminazione". Sono sicuramente più limitata di un'intera tradizione che vede anche oltre quest'ultima, tuttavia trovo il concetto stesso eccessivamente circoscritto, per la religione buddhista; lo identificherei, piuttosto, nella citazione di cui sopra.
Quindi sì, non credo all'esistenza di maestri illuminati. Trovo che durante la vita ci siano momenti in cui abbiamo dei flash del "tutto"; brevi e passeggeri (come le gioie :D ), ma dal mio punto di vista è difficile raggiungere quello stadio essendo pienamente coscienti. Forse l'esempio che più vi si avvicina è quello dei monaci che praticano il sokushinbutsu.

Ps. spero si sia inteso che la mia intenzione non era quella di riassumere in una citazione tutta la dottrina orientale, nè di esplicare la verità assoluta
 
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20 replies since 14/10/2013, 12:48   811 views
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