| Non ce la facevo, questa cosa dovevo urlarla! Ho ricevuto un ordine dalla Mediterranee, e in omaggio ho ricevuto questo squisito "Dizionarietto di Filosofia Quotidiana", che dal titolo mi ha incuriosito molto, fino a quando non l'ho letto, dove all'interno questa filosofia quotidiana viene impostata come riflessione da parte dell'autore, che si discosta di parecchio dal titolo. Vi propongo la delicata nota riflessiva di quotidiana filosofia che l'autore propone, sotto la voce: Omosessualità.
Disprezzare gli omosessuali è sciocco e ingeneroso. Sono infatti assolutamente incolpevoli della loro condizione, che è quella di documentare un errore della natura. E' legge naturale fondamentale quella della conservazione e continuazione delle singole specie, scopo al quale la natura provvede in vari modi. Nei mammiferi e in molte altre specie ciò avviene mediante l'accoppiamento dei due sessi, un atto che, oltre ad essere in sè, nella generalità, gradevole, è indispensabile per produrre nuovi individui. Quando la riproduzione manchi, o per inperfezione degli organi necessari, o per la mancanza del necessario stimolo che spinge i due sessi all'accoppiamento, o infine perchè quell'atto si consuma nell'ambito del medesimo sesso, siamo di fronte a un'evidente distorsione della legge naturale, con la conseguente vanificazione dello scopo della riproduzione. In genere si tratta di un errore di fabbricazione che colpisce o la sfera fisica o quella psichica di alcuni individui. E' un errore che non dovrebbe stupire, perchè appartiene a tutte le fabbricazioni seriate, cioè massicciamente ripetitive. Nei prodotti artificiali, in cui i difetti si rilevano in sede di controllo sia in corso di fabbricazione che sul prodotto finito, i pezzi difettosi vengono eliminati. Negli esseri viventi questo controllo è raro e i prodotti difettosi continuano a essere immessi nella circolazione e, finchè non danno disturbo alla collettività, non resta che prenderne atto. In sostanza gli omosessuali non sono che una categoria di handicappati, ed è atto della società una campagna di educazionale volta ad assicurare a tutte le categorie di handicappati una vita senza turbe, eliminando gli ostacoli (le cosidette barriere) che ne rendono oggi ancora difficile la convivenza con i normali. Con riguardo a questa particolare categoria di handicappati - gli omosessuali - si osserva tuttavia il fatto curioso ed interessante che la frequente compresenza nel singolo dei caratteri di entrambi i sessi spesso conferisce loro una sensibilità più raffinata e più ampia di quella riscontrabile nei normali. Ciò è facilmente constatabile negli artisti e in particolar modo nei creatori d'alta moda, dove i nomi più illustri sono occupati nella maggioranza da omosessuali. Non è poi neanche il caso di ricordare l'omosessualità di Leonardo da Vinci, di Michelangelo e di tanti altri illustri personaggi, che furono universalmente onorati e non subirono alcun sgarbo a causa del loro essere omosessuali. Meno fortunati, nel campo delle lettere, Oscar Wild e Andrè Gidè, il primo dei quali patì per la sua diversità addirittura il bagno penale. Non erano gobbi o storti d'un piede, ma indubbiamente "difettosi" nel senso qui usato, anche se larghissimamente compensati da una sensibilità e capacità artistica extra ordinem. Altra curiosità: il celeberrimo sorriso della Gioconda di Leonardo. Direi che è il ritratto ambiguo d'un efebo omosessuale in aspetto femminile: ecco il segreto di quel sorriso enigmatico che continua aturbare il subcosciente di tanti ammirati osservatori. Nessun disprezzo dunque per i portatori di questo specifico handicap. Ma neppure l'incensamento che, sullo slancio d'una modifica coscienza collettiva, sta oggi reclamando per costoro posizioni sociali di privilegio, specialmente nel mondo della cultura, quasi si trattasse d'un loro feudo predestinato. Va al contrario ribadito che, se non è da disprezzare, l'omosessualità non è tuttavia in sè neppure un titolo di merito. E, perciò, nessun "matrimonio" che attribuisca alle coppie omosessuali i diritti e doveri dei coniugi. Il matrimonio è un istituto giuridico volto principalmente alla tutela della continuazione della specie, che agli handicappati omosessuali è negata dalla natura. Nulla vieta che alle reciproche garanzie della coppia omosessuale gli interessati provvedano con altri mezzi giuridici, quali i contratti civili, i testamenti incrociati, le mutue assicurazioni, ecc. Non c'è invece alcuna giustificazione di falsi e ridicoli camuffamenti. Ritengo comunque che, abolite le discriminazioni fondate sull'accertato handicap, una certa attenzione vada tuttavia conservata nei casi in cui si possa temere la possibilità d'un processo corruttivo nei confronti di bambini e adolescenti. Non può permettersi, ad esempio, che, nella giustamente confermata libertà di insegnamento, un pedagogo omosessuale "inizi" alla pratica dell'omosessualità i suoi giovani allievi. Una società sana non può tollerare la propaganda d'un handicap che tenda a trasformarsi in un vizio. Handicap si, vizio no. Ultima osservazione. La natura si spreca anche negli errori. Oggi che sono venuti alla luce con una certa arroganza, sappiamo che gli omosessuali sono un esercito. Cerchiamo di evitare che attraverso la propaganda del visio, diventino legione. Si chiamano "gay", ma in realtà sono tristi e frustrati, perchè nel profondo sentono il peso dell'ingiustiza condanna insita nell'errore di natura.
Manilo Cecovini Ed. Mediterranee
Non ho parole, e pensare che se la Mediterranee pubblica ste cose, allora ho una vastissima opportunità di diventare autore per questa casa editrice...aberrante!
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