| Da che l'uomo ha razionalizzato il proprio rapporto con la natura e con le forze invisibili all'occhio, ha sempre sostenuto che esseri altri, spesso eterei, partecipassero alla loro vita. Con l'avvento della figura stregonesca o sciamanica, queste entità cominciarono ad avere dei nomi e ruoli ben precisi, in loro si rispecchiavano gli eventi della natura, spiegabili o meno che fossero, visioni, fenomeni apparizionali; e attraverso le parole degli uomini, vennero incastonate nella cosmogonia religiosa alla quale l'individuo o il popolo appartenevano. Ne troviamo svariate forme: da esseri di primigenia natura come gli dèi, si affiancarono angeli, demoni, fantasmi, creature del piccolo mondo, eggregori pensanti (ad es i tulpa), spiriti. Intelligenze descritte come luminose o oscure, con scopi precisi, attributi mitici, onnipresenti e spesso onniscenti. A loro si affidava il destino del guerriero che corre alla battaglia, a loro si sacrificavano il buon bestiame e le più belle fanciulle e i più puri infanti, per avere rigogliose messi e bestiame in salute, buona caccia e pesca e fortuna per i propri cari. Si legavano promesse e fioretti, per avere controllo su ciò che controllo non vuole: la natura stessa della vita, spietata a volte, immensamente dolce in altre. Il mago, lo stregone o sciamano, ancora oggi cerca un contatto con queste primordiali creature, anelandone la benevolenza e l'aiuto, in qualche caso il potere stesso, per raggiungere i propri scopi, tanto che molta della pratica della cosiddetta magia occidentale non si incentrava sull'uomo e sulle proprie capacità, come oggi, ma il potere era sempre associato all'intervento di creature altre, dando al magista la funzione di canale e la volontà di compiere con mano altrui. Al di là della natura dell'intelligenza contattata, il legame medianico, ancora oggi, è decisamente importante. Esistono svariato, se non infiniti, metodi di apporccio alle entità, periodi nei quali si è più propizi al contatto con esse, come nell'Ars Goetia e nell'Ars Theurgia (rispettivamente il contatto con entità oscure e con entità di luce)* descritte nella piccola Chiave di Salomone. In letteratura, spesso, ne troviamo traccia: sciamani e druidi, dal nord Europa al Nord America, praticavavo l'estasi per il contatto, spesso in condizioni estreme, con uso di fumigazioni e allucinogeni e con rituali precisi, ricercavano rivelazioni. Diversa era invece la tradizione Greco-Romana, di forte influenza Zoroastriana e mediorientale, cercava di incarnare il dio o lo spirito per un tempo determinato, all'interno di un oggetto o di un animale o, come nerl caso degli oracoli, direttamente nel sacerdote o nel celebrante. Nelle rivisitazioni successive (ad esempio in "Ars Goetia" di A. Crowley o ne "Le legioni di Shaytan" di O. A. Spinelli) queste entità capricciose e potenti, sono, in parte o completamente, manifestazioni del sé ultracosciente, di ciò che supera il SuperIo psicologico e ci unisce al divino attraverso la Vera Volontà. Oggi, nell'era moderna, che usa dare nomi e definizioni alle cose, più che in passato, per impossessarsene, distinguiamo due modalità per il contatto con le intelligenze: L'invocazione e L'evocazione. L'Invocazione è quel tipo di contatto che avviene "dall'interno". Ad esempio il Medium posseduto, chiede allo spirito di entrare in sé e farne suo strumento per il contatto. L'Evocazione è invece quel tipo di contatto che, attraverso l'energia del magista, focalizza e "materializza"** l'entità fuori da ogni corpo, essa crea di sé stessa un'immagine lasciando la coscienza del magista inalterata, seppur con minor controllo sull'entità. Come si può comprendere, in entrambi i casi il contatto con queste entità, di qualsiasi natura siano, porta sempre un cambiamento, lasciando delle tracce forti nella psiche del celebrante, quindi la quantità di sforzo ed energia, deve essere massima e oculata, per non permettere all'intelligenza di avere il sopravvento, nel caso, ovviamente, volesse agire in modo incontrollato. Eventuali specifiche vanno ricercate nella tradizione interessata, poiché le varianti sono innumerevoli. Per l'approccio pratico, a breve si aprirà un topic nell'area privata.
*In realtà è molto più complicato di così, entrambe le arti, sono di prima derivazione greco-romana, e sono più o meno la stessa arte ma con scopi e modalità diverse. **"materializza" è un termine generico per dire che si fa sostanza, ma il materiale in realtà non è tangibile, c'è solo visualizzazione, o piccole tracce di materiale "ectoplasmatico rilevabile solo a fine contatto, che io ne abbia letto.
Edited by Polydeukes - 31/10/2010, 21:58
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