| Una delle pratiche "magiche" da sempre più diffuse e praticate è senza dubbio alcuno l'Arte di trarre presagi sul futuro o messaggi delle Deità tramite vari segnali proveninenti dal mondo Naturale. La pratica definita appunto Divinazione, ossia letteralmente agire tramite il divino. Ogni cultura, fin dagli albori dell'Uomo, ha avuto un metodo per rcevere i messaggi delle Deità o per sopperire al bisogno di sollevare il velo che copre il futuro. Basti pensare che in ogni tempo, perfino nell'oscuro Medioevo dove ogni pratica magica era bandita, i potenti solevano ricorrere al consulto di "veggenti" d'ogni sorta. Nemmeno ai giorni nostri, giorni di vuoto spirituale in cui troppi non credono più in nulla, nessuno è immune dal fascino della Divinazione, fosse anche solo il lancio d'una moneta per avere un presagio su cosa sia meglio fare.
Ma come funziona la divinazione? Ci sono principalmente due scuole di pensiero a girugardo, che dipendono in larga parte dal percorso personale. La teoria più vecchia implica l'intervento Divino, ossia i responsi delle lame o delle rune sono veri e propri segnali che ci vengono inviati dalle Deità attraverso un tramite, che è il metodo di divinazione. Il secondo modo di vendere è più umanistico, e si basa sul principio che il rituale della divinazione risvegli i poteri inconsci del praticante e da qui giunga la preveggenza tramite il metodo di divinazione, che è proiezione della volontà del praticante.
C'è inoltre una terza via: la Divinazione usata come via iniziatica e meditativa. Questo metodo consiste nell'utilizzare gli strumenti (di solito Tarocchi o Rune) come punto focale della meditazione, in modo da far emergere i pensieri inconsci che la simbologia degli strumenti suggeriscono.
Qualunque sia il metodo, lo stumento o la credenza dietro la Divinazione, è innegabile che praticare questa Arte è importante quanto la meditazione o lo studio, in quanto porta benefici sotto molte forme, come ad esempio la meditazione, la capacità di percepire i simboli e le energie, la capacità di far emergere l'io inconscio... e pechè no, di sbirciare sotto il velo che copre il Destino
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