IL TEMPIO DELLE OMBRE - Studio di Magia ed Esoterismo

Sistema di credenze, A proposito di uomini, dèi e spiriti.

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Zsandor
view post Posted on 1/10/2013, 13:43 by: Zsandor     +1   -1




Personalmente non credo a nulla. A nulla di cui non ne abbia necessariamente bisogno. Se mi pongo la domanda in questi termini allora arrivo alla conclusione che il mio sistema di credenze viene a crearsi nel momento in cui scelgo cosa devo portare fuori da me; cosa devo far crescere, sbocciare. Se fossi una rosa lo saprei: crederei nel vento e nell'acqua, e non mi preoccuperei d'altro, in tutta onestà.

Di "Altissimo" rispetto le mie necessità, non c'è nulla.

Quindi qui avviene un fatto curioso, la divinità mi serve, diventa per me il ponte, non lo scopo da raggiungere. Quello lì -lo scopo- è l'effetto dell'attraversamento. Se fossi una rosa mi guarderei bene dal considerarmi vento o acqua.

Che poi va a finire che l'uno attraversi l'altro, ci sta pure come cosa, ma diventa solo una faccenda di dimensioni, e io cerco di vivere al meglio la mia.

Ho appena finito di leggere "I Maestri invisibili", e mi tocca iniziare tutto daccapo, come sempre.

Non faccio in tempo a radicare una verità (perchè "credere" è una verità necessaria) che subito queste radici squarciano la terra che ho sotto i piedi e mi fanno cadere al successivo terreno da seminare.

E' come la consapevolezza, che è un buco con incastonato all'interno il nostro personale "sistema di credenze", che è il gioiello con il quale siamo stati premiati per l'essere arrivati fino a lì; perchè ha funzionato.
Quando il buco si espande il gioiello cade, perchè le dimensioni non combaciano più, e subito c'è spazio per un gioiello più grande, più adatto alle nuove forme, "alla forma della nostra nuova forma". Di qualunque Dio abbiamo voluto attraversare.

(quando il gioiello incastonato cade c'è un momento di smarrimento, di delusione, di disagio per la nuova opportunità che ancora non riusciamo a considerare. L'espansione è avvenuta ma non ce ne rendiamo conto. Lo facciamo solo quando avremo trovato il pezzo giusto da incastonare a quella dilatazione, perchè siamo abituati al tangibile, che diversamente da quanto si creda, non vuol dire "qualcosa contro cui cozzare", ma "qualcosa che mi tocca", come la fede.)

Mi trovo perfettamente d'accordo con J. Constantine.

Nel mio sistema di credenze so che non voglio raggiungere un Dio ma voglio vestirmi del Dio, come facevano i primitivi "cioè coloro che l'hanno fatto per primo", con le pelli degli animali, perchè era "ATTRAVERSO" questa vestizione sacra, questa assunzione della forma divina, che riuscivano a muoversi a dovere nella foresta.

Che esista un Dio al di fuori di me, è discutibile. Che ne persistano all'infinito dentro, una ragionevole necessità.
 
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24 replies since 25/9/2013, 19:08   513 views
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